Un mais destinato a insilato punta sulla valorizzazione dell’intera pianta. In questa declinazione la logica di coltivazione non passa solo attraverso un aumento delle rese tramite la migliore scelta dell'ibrido più performante o alla messa in campo delle pratiche agronomiche più efficaci. Gli ibridi da trinciato che si stanno meglio affermando sono quelli ad alta produttività e ampia finestra di raccolta. Producono piante molto vigorose e di taglia alta, con fogliosità ottimamente distribuita e spiccato stay green. Realizzano inoltre tanta biomassa, indicata per la produzione di trinciato di alta qualità con ottime caratteristiche di insilabilità e digeribilità della fibra.
Per aumentare il valore del trinciato di mais è bene però individuare il momento e la modalità più appropriate a effettuare l’insilaggio affinché ne mantenga elevata la qualità. Scopriamolo insieme.
Basta conoscere poche e semplici regole per ottenere un prodotto di alta qualità.
Il primo passo è decidere quando si deve raccogliere il mais da insilato. Tutti concordano che corrisponda alla maturazione cerosa della granella, che vuol dire con percentuali di sostanza secca comprese tra il 32 e il 35%. In questo stadio la granella di mais si presenta di una consistenza ceroso-farinosa, con un colore lucido e una dentatura ben pronunciata. La pianta in generale ha le brattee sotto la spiga già ingiallite e le foglie sottostanti sono in parte secche e in parte ancora verdi.